Villamiroglio

A.T. Pro Loco Di Villamiroglio – APS

Villamiroglio si trova in provincia di Alessandria nell’area storica denominata Basso Monferrato e confina a nord con Moncestino, a est con Gabiano e Cerrina, a sud con Odalengo Grande e a ovest con Verrua Savoia. E’ parte della Comunità Collinare Valcerrina in provincia di Alessandria, ed è caratterizzato da numerose borgate e dalla frazione di Vallegioliti. Si sviluppa in un contesto di colline, boschi, sentieri e campi coltivati dove poter gustare l’elogio del bello tra colori mutevoli e profumi che caratterizzano i cambi delle stagioni e conserva nella memoria e negli agresti luoghi i segni della sua vetusta origine.

Villamiroglio pone le sue basi in stanziamenti Longobardi attribuibili alla metà del VIII secolo. Alcuni toponimi della zona presentano infatti una derivazione Longobarda, quali Mezzalfenga, Seminenga, Scarfenga. Notizia del borgo di Villamiroglio si ha dal Diploma Imperiale di Federico Barbarossa del 14 ottobre 1164, che attesta la sua realizzazione alla famiglia dei Miroglio che fondò il borgo chiamato allora Villa Santa Maria.

I Miroglio governarono fino al ‘700 per poi sottomettersi ai Marchesi del Monferrato. In seguito al Trattato di Utrecht nel 1713 il feudo dei Miroglio entrò a far parte dei domini sabaudi e infine nel 1818, quando Casale perse la provincia, fu incluso nella divisione di Alessandria.

 

Il nostro piatto forte

Sua maestà la Bagna Caoda

bagna cauda

Ricetta

La formula magica per preparare la Bagna Caöda resta sempre la stessa: acciughe dissalate e diliscate, aglio, olio extravergine di oliva, riducendo il tutto un una saporita salsa, in cui intingere le verdure tradizionali quali cardi, gobbi di Nizza, topinambur, verze, patate, Con il tempo si sono aggiunte altre prelibatezze: cipolle e barbabietole cotte a vapore, peperoni rossi e gialli cotti al forno, cavolfiore, finocchio, sedano, fettine di carne cruda e, per finire, l’uovo con lo scopo di ripulire a fondo il “tupin”.

Ad accompagnare il tutto la “grissia”, tipica forma di pane monferrino e un buon bicchiere di vino.

Curiosità

La bagna caöda è molto popolare anche col nome di bañacauda in Argentina, dove giunse negli ultimi anni del XIX secolo con i molti piemontesi emigrati in Sud America. Inoltre, presentata a Tokyo a metà degli anni novanta da un gastronomo braidese nel corso di trasmissioni televisive locali, la bagna caöda si è rapidamente diffusa fino a diventare popolarissima in tutto il Giappone.

Ricordi

Un tavolo apparecchiato con la semplice tovaglia a quadretti, quella informale, da mettere quando si mangia con gli amici: un solo piatto piano, le posate, il bicchiere, il tovagliolo e in mezzo al tavolo i piatti di portata. Uno con il cavolo colto nell’orto, uno con i peperoni sotto le rape dell’uva, un piatto con le patate bollite e il pane quello non doveva mancare così come il buon vino. La prima “bagna caöda” dell’anno si mangiava finiti i lavori in campagna verso il 12 novembre. Si mettevano gli attrezzi di lavoro al riparo, la terra si preparava al riposo invernale e il contadino, più libero, si ritrovava con la famiglia e gli amici più stretti a festeggiare l’anno di faticoso lavoro appena concluso. La padrona di casa con amore puliva l’aglio che avrebbe fatto poi bollire con il latte, le acciughe e in una capiente pentola univa gli ingredienti con olio di oliva. Messa la pentola sulla stufa a legna, questa cuoceva piano piano fino al tempo di servirla al tavolo. I bambini, in trepida attesa, tutti intorno al tavolo, pronti con un pezzo di pane e una foglia di verza, aspettavamo quel momento con gioia. Era festa grande. Si diceva una preghiera per ringraziare Dio e poi tutte le mani dei commensali dentro quella pentola ovale messa in mezzo al tavolo ad intingere le verdure nel gustoso e scottante preparato. I tempi sono cambiati e anche il modo di mangiarla è cambiato (ognuno ha un pentolino personale) ma il ricordo di tutta la famiglia intorno al tavolo è ancora lì.

La Bagna Caöda è la convivialità in persona!! “”

Abbinamento

Barbera, Nebbiolo, Grignolino, Freisa.

 

 

FESTA DEL VINO DEL MONFERRATO UNESCO

Non una semplice festa

A Casale Monferrato un’appuntamento unico nel panorama nazionale, che accoglie ogni anno oltre 150.000 visitatori. Si celebrano vino e territorio, cucina della tradizione, cultura, arte e accoglienza di un luogo che fa innamorare. Semplicemente!